L'installazione STILLEVEN concepita per il Padiglione Italia della Biennale di Venezia 2015 è un reenactment di una fotografia scattata dall'artista circa venti anni fa, nella cascina in cui viveva il padre. L'immagine ritrae una distesa di pannocchie che si riflettono sulla superficie specchiante di un armadio. L'"installazione involontaria" che Migliora ha fermato nella fotografia viene qui messa in scena, a costruire un dispositivo di rappresentazione che, come il genere della natura morta, si fa portatore di significazioni allegoriche.
Migliora recupera uno scenario quotidiano e familiare e lo riconnette a un contesto più ampio, la storia d'Italia legata alla cultura agricola contadina.
Chiamata a riflettere sul concetto di wunderkammer, l'artista dà vita a un dispositivo di osservazione posto sul retro dell'armadio: questo ribalta la percezione tra interno ed esterno dell'ambiente e allo stesso tempo restituisce uno sguardo ulteriore, le "immagini assenti" ma contigue alla narrazione messa in scena. Attraverso una stratificazione spaziale e temporale di visioni, Migliora riflette sulla formazione delle immagini, ripercorrendo il gesto fotografico come possibilità di sguardi e prospettive molteplici, capaci di coinvolgere il fruitore in inedite esplorazioni dell'esistente.
This installation, created for the Italy Pavilion at the 2015 Venice Biennial, is a re-enactment of a photograph the artist took about 20 years ago in the farmhouse where her father used to live. The picture shows a sea of corncobs reflected in a wardrobe mirror. Here Migliora stages the 'involuntary installation' captured in the photograph and, like a still life, the resulting representational device is packed with allegorical meanings. She recovers an everyday scenario and reconnects it to broader context, namely the history of Italy and its peasant and rural culture. Asked to reflect on the concept of the Wunderkammer, or wonder room, the artist created an observation device on the back of the wardrobe, thus reversing perception of what is inside and outside the space and, at once, adding the extra viewpoint of 'absent images' that are nonetheless adjacent to the narrative mise-en-scène. By stratifying the different visions spatially and temporally, Migliora reflects upon image formation and how the act of taking a photograph offers the possibility for a multiplicity of views and perspectives that involve the observer in fresh explorations of existing reality.